NOLI TABACCHI DAL 1927 BOTTEGA STORICA
MILANO GALLERIA VITTORIO EMANUELE II

Ricerca Storica a cura di
Dario Palma

Tabaccheria Noli in Galleria Vittorio Emanuele a Milano

Lo scrigno della Galleria Vittorio Emanuele di Milano è colmo di antichi gioielli. Risale al 1867 la nascita del Ristorante Savini, degli storici caffè Biffi e Campari, della Libreria Bocca e del negozio di stampe artistiche Centenari.

Nel 1913 poi, compare l’abbigliamento dei Fratelli Prada, nel 1919 l’Ottica Viganò e nel 1923 la Camiceria Cadè. Novant’anni fa invece vede la luce l’unica tabaccheria, quella che oggi si chiama Noli, del Salotto di Milano…

Lo scrigno della Galleria Vittorio Emanuele di Milano è colmo di antichi gioielli. Risale al 1867 la nascita del Ristorante Savini, degli storici caffè Biffi e Campari, della Libreria Bocca e del negozio di stampe artistiche Centenari. Nel 1913 poi, compare l’abbigliamento dei Fratelli Prada, nel 1919 l’Ottica Viganò e nel 1923 la Camiceria Cadè. Novant’anni fa invece vede la luce l’unica tabaccheria, quella che oggi si chiama Noli, del Salotto di Milano.

Era una botteguccia in cui si potevano trovare cartoline di Milano, souvenir dozzinali, cucchiaini argentati e piattini con l’immagine del Duomo e della Madonnina: insomma, tutta quella paccottiglia che ancor oggi affolla le bancarelle per turisti frettolosi che non si accorgono del “Made in China” stampigliato in piccolo sotto il “Souvenir di Milano” che comprano per pochi euro.

E’ il 1927. Solo l’anno prima era stato soppresso il famoso “Carosello dei tram” in Piazza del Duomo. Dagli USA, era infatti arrivata una vera innovazione: il tram con ruote montate su carrelli separati, cioè carrelli in grado di ruotare separatamente rispetto al corpo della vettura. Entrarono così in servizio le vetture mod. “1928”, denominate “Peter Witt” (moltissime tutt’oggi in servizio), che presero il nome proprio dall’ingegnoso presidente della compagnia di trasporti di Cleveland.

Questi tram, costruiti dalla Carminati & Toselli in 500 esemplari, erano di color nocciola e crema (poi ridipinti negli anni quaranta di verde), ed erano dotati di porte a soffietto anziché dei soliti cancelletti in ferro. Inizialmente erano allestiti con un salottino per fumatori, presto soppresso.

Ma per le strade di Milano, diretto verso l’hinterland, sbuffava ancora il glorioso “Gamba de legn”, il convoglio a vapore che nell’800 aveva preso il posto dell’Omnibus trainato da cavalli. Prendevano anche servizio anche i primi autobus a vapore alimentati a legna, che non richiedevano la costosa posa di rotaie.

E’ il 1927, dicevamo, e la cronaca di quell’anno registra il forfait del grande Girardengo alla Milano-Sanremo a causa di una frattura al polso, la nascita della Mille Miglia automobilistica, l’introduzione dell’imposta sul celibato per gli uomini dai 25 ai 65 anni e la riduzione del 10 per cento degli stipendi per i pubblici dipendenti . Altri tempi…

Dopo quasi mezzo secolo di attività, nel 1973, i fratelli Ottolino vogliono ritirarsi a vita privata e mettono in vendita la tabaccheria-bazar di cui sono proprietari. Si fa avanti il giovane Leonardo Noli, il cui papà Giuseppe ha cessato la sua attività di tabaccaio in Piazza 5 Giornate e ha messo a disposizione del figlio il gruzzoletto ricavato dalla vendita dell’esercizio. Leonardo si accorda con gli Ottolino.
Il giovane Noli ha già chiaro in mente ciò che vuole fare.

Quell’ambiente buio e polveroso, intriso di odore di vecchio legno, di antiche muffe e ricolmo di oggetti ammonticchiati un po’ alla rinfusa non è esattamente il luogo dove vorrebbe far nascere e crescere la sua impresa. Ha in mente qualcosa degno del luogo in cui il negozio si trova: la storica e luminosa Galleria. Ed è così che spazza via tutta la paccottiglia che ingombra gli scaffali alle pareti, ripulisce il locale dai mobili che fanno apparire il negozietto come l’ingresso di un vecchio albergo, fa risanare i vecchi muri scrostati e ordina un arredamento caldo e accogliente che trasforma la vecchia botteguccia in un piccolo salotto per appassionati di pipe e tabacchi, gentiluomini che amavano il fumo di qualità.
La Galleria rappresentava il meglio dell’eleganza architettonica milanese e Leonardo Noli, nel suo negozio, voleva proporre il meglio degli articolo da fumo.

Le sigarette che comparivano nel negozietto erano soprattutto italiane, la scelta di sigari si limitava al Toscano e alle sue poche varianti, tanto che i clienti erano soprattutto vecchietti. Le pipe si limitavano a poche marche, tutte a basso prezzo e di fattura semi-industriale.

Per le sigarette Noli allargò il ventaglio anche a tutte le marche straniere disponibili sul mercato. La proposta di sigari venne notevolmente ampliata, anche se ancora non avevano fatto la loro comparsa i cubani, rinomatissimi ma inarrivabili perché acquistabili solo in Svizzera da Davidoff che ne deteneva il monopolio nel mondo.

Poi i tabacchi da pipa. Fino a quel momento si trovavano solo i modesti ed economici trinciati italiani, ma ecco finalmente comparire le favolose Mixture inglesi di Dunhill nelle scatolette dorate, ciascuna classificata con un nome o con un numero, appositamente preparate a Londra per appassioanti fumatori che le ordinavano a chili.
Anche per le pipe, solo il meglio sul mercato: Dunhill per le straniere e Castello per le italiane. Nel giro di pochi anni il negozio Noli in Galleria diventa il punto di riferimento per gli appassionati del “bel fumare”. La fortuna internazionale della pipa Castello inizia proprio qui. “Un ricco turista americano gran fumatore di pipa – racconta Noli – scopre da noi la bontà delle radiche lavorate a Cantù, ne acquista un certo numero e le porta negli Stati Uniti, cominciando a commercializzarle”. Oltreoceano l’accoglienza per la pipa italiana è strepitosa e, nell’arco di qualche anno, gli ordini arrivano direttamente alla fabbrica canturina di Carlo Scotti, facendo presto diventare gli Stati Uniti uno dei maggiori consumatori della pipa italiana. Noli però è sempre rimasto un punto di riferimento per i fumatori di pipa alla ricerca delle preziose ed esclusive “fiammate”, la prima scelta della produzione della fabbrica di Cantù.

Il Duemila segna un’altra svolta nella vita della tabaccheria Noli: l’arrivo in negozio di Luca, figlio maggiore di Leonardo, e la seconda ristrutturazione del negozio, con boiserie e grandi frigoriferi umidificatori per tabacco e sigari. Questa seconda “rivoluzione” coincide con la liberalizzazione della vendita dei tabacchi, dovuta alla scomparsa del Monopolio di Stato, la cui conseguenza è soprattutto l’arrivo dei ricercatissimi sigari cubani, considerati i migliori al mondo. Qualche anno dopo, Leonardo Noli coinvolgerà nella gestione del negozio anche la figlia Simona, di tre anni più giovane dell’oggi quarantatreenne Luca.

“Nel 2013, per i quarant’anni del nostro arrivo in questo negozio – racconta Leonardo – decisi di far fabbricare un nostro sigaro con tabacco del Nicaragua da proporre per le feste di Natale ai nostri clienti. La qualità doveva essere quella dei cubani ma con un costo decisamente inferiore. Ne feci fare duemila ma il successo fu talmente grande che la partita andò esaurita ben prima di Natale. Da quel momento nacque il sigaro Noli, fabbricato completamente a mano a Granada, la più antica città coloniale del Nicaragua, che ancor oggi ha grande successo”.

Nel festeggiare i novant’anni di vita della tabaccheria, Leonardo Noli ricorda i tanti personaggi che nel tempo. “Il più illustre – racconta – è senza dubbio il Presidente Pertini, che passava da noi per tabacco e pipe Castello ogni volta che si trovava a Milano per presenziare alla Prima della Scala. Poi Enzo Bearzot, anch’egli gran fumatore di pipa. E i tanti politici milanesi: Aniasi, Tognoli, Pillitteri, Formentini, Albertini, De Corato. Pensi che Craxi, che aveva l’ufficio a pochi passi, mandava la segretaria a comprare le sue sigarette alla menta. E persino il Cardinale Martini, che probabilmente fumava il sigaro in privato, mandava un prete dall’Arcivescovado a comprare i toscani. Lucio Dalla veniva a comprare i giganteschi cubani Hoyo de Monterrey e portava a sistemare i suoi accendini Dunhill mentre l’avvocato Prisco il sabato veniva a comprare un Montecristo per accenderlo la domenica allo stadio durante la partita dell’Inter. Mike Bongiorno era un abitué: fumava indifferentemente pipa e sigari cubani”.

Noli ci mostra una fotografia appesa alla parete, con Mike Bongiorno e Fiorello ritratti in abiti da clochard. In basso si legge una dedica: “A Leonardo. Ridotto così a causa del prezzo dei sigari”. E in effetti, i Coiba che fumava, hanno ancor oggi un prezzo da boutique.
La prossima “rivoluzione” la tabaccheria Noli la vivrà nel 2018, quando scadrà la licenza di vendita dei tabacchi. La rinnoverò – dice Leonardo Noli – a nome di Luca. Gli passo il testimone da titolare, con Simona nelle vesti di coadiutore. E’ arrivato il momento di mettermi a riposo lasciando a loro il compito di continuare il lavoro iniziato tanti anni fa”.

Ma nonostante le proclamate intenzioni, risulta difficile immaginare la tabaccheria Noli senza il sorriso e la battuta sempre pronta del capostipite Leonardo.

Ricerca storica di Dario Palma

Tabaccheria Noli in Galleria Vittorio Emanuele a Milano

La galleria Vittorio Emanuele II è una galleria commerciale di Milano che, in forma di strada pedonale coperta, collega piazza Duomo a piazza della Scala.

Per la presenza di eleganti negozi e locali, fin dalla sua inaugurazione fu sede di ritrovo della borghesia milanese tanto da essere soprannominata il “salotto di Milano”: costruita in stile neorinascimentale, è tra i più celebri esempi di architettura del ferro europea e rappresenta l’archetipo della galleria commerciale dell’Ottocento.

Chiamata semplicemente “la Galleria” dai milanesi, viene spesso considerata come uno dei primi esempi di centro commerciale al mondo.

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